lunedì 24 marzo 2008

Note

Io. Ho corso. Rincorso. A volte fatto ricorso. Ma mai avevo percepito il senso del discorso. Vibrazioni che prendono lo stomaco. Fortissime. E' un vortice che ho sempre voluto dentro, ma non ho mai sentito fuori. In quel mentre, il resto è niente. E' un vuoto. Vertigo. Mi lego. Non mi piego, nemmeno quando mi spiego. Al mondo. Era una stanza dal soffitto alto, forse infinito. Era un turbinio dalle profondità grevi, forse infinite. Scoperchiato. Passato e presente, assieme in un niente. Un pugno. Violento e dolcissimo. Quasi troppo. Forse perchè inatteso. Forse perchè centrato in pieno nel centro del vuoto. Tu. Bianca la schiena, curva l'anima, caldo il cuore pieno di frammenti di vita non vissuta. Non ancora vissuta. Brandelli di carne non sfiorata. Pezzi di parole non dette. Soltanto scritte su carta segreta. E' un vuoto. Vertigo. Legata. Ma mai piegata alle forzature del mondo. Noi. Legame inadatto ad ogni comprensione. Compressi dalle cose, dalle rose, dalla dose quotidiana di prose. Distonie inattese. Violente e dolcissime. Mai troppo. Sempre nel pieno dell'esserci.

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