lunedì 24 marzo 2008

Vecchie parole

Sono circa le ore 23 e 34 e 18 secondi di sabato 7 settembre 2002 e parlerei volentieri di alcune cose di cui non conosco l'inizio. E nemmeno la fine. Forse ho qualche idea sul centro. C'entro? Dico, io ci entro o resto fuori, da questo mondo? Sono a tutto tondo, non ho fondo e molto spesso rispondo. Quando non dovrei. Ma tacere non fa per me. E chi fa per me, è scemo. Sbaglio da me, grazie. Non nego certo il mio ego, che spesso slego, a volte frego e mai prego. Mi impegno, nel mentre. E lui è ancora nel ventre, mentre mente. Non mi dice niente, mai niente. E' un falso, un impostore. Non dice il vero, non è sincero. C'ero? Non so. Se mento, non crollo. Non collo. Pieno. Ebbene sì, il collo pieno ci accompagna nella nostra quotidianità di calcio, di stomaci ingozzati di cibi modificati. Ma pur sempre ben utilizzati, per riempirci di qualche vuoto. Il vuoto. C'è chi va a correre e chi va a nuoto. Si cerca, comunque e sempre, di colmare il vuoto. Esistenziale. Essenziale. Contemporaneo. Necessario, a volte. A volte anche le volte cedono e crollano. Ma vi chiedo se serva. "Servo! Serva la serva! E' un ordine!" Accidenti alla dittatura, vita dura e povera di possibilità e di spazi. Ho bisogno di spaziare, non sentirmi costretto. Nel frattempo, diletto il mio dialetto, corretto nel difetto. E la fallibilità, che fine fa? La fine giustifica i mezzi. Ma gli interi, gli integerrimi perché vengono sempre esclusi? Preferiamo ridurre, spappolare, triturare, spezzettare, forse per meglio inglobare. Inglobo nel globo del lobo. E' roba avulsa, forse astrusa e un po' confusa. Alla rinfusa, cerco di cercare la soluzione a questa questione. Avulsa, forse astrusa, ma molto confusa. Veramente molta confusione avverto nel mio dentro. Ma anche nel nostro fuori non si scherza. E questo è il dramma, lo psicodramma, manca a tutti un po' la mamma. La mamma dal cielo. La aspettiamo col naso all'insù. E mentre camminiamo, cadiamo giù. Dicevamo che al di fuori non si scherza, non si scherma, ma ci si scherma e ci si nasconde davanti ad uno schermo. Precostituito, predeterminato e determinante, ma parlarne non ne vale la pena. Di cose dette sul suo conto ce ne sono tante. In ogni caso il suo telecomando, manca alla gente stanca, che di lavoro si sfianca. Scontrosa, imbronciata, uggiosa ed affaticata. Dal lavoro, dalla fatica, dall'amante e dal vuoto dilagante. Ritorniamo lì. Accidenti. Tiziano mi dice che ci torno perché lo sento mio, o mio non avvertito dio, che posso fare? Tiziano sono stufo di questi preconcetti, pensieri perfetti, come confetti. Torniamo al sodo, è nato prima l'uovo o la gallina? La storia è vecchia e la gallina della storia vecchia fa un ottimo brodo. Anche il brodo ha cambiato il suo esistere. Ora è compresso in un dado. Ha cambiato la sua personalità, il suo tratto. Il dado è tratto, distratto e bistrattato. Alzi la mano chi fa tre volte al mese il brodo di carne! Manna mia! Ma non ci siamo proprio. Il proprio è proprietà privata, privacy, privatezza e riservatezza. Un tavolino vip in un posto molto vip. Presenzialismo, presidenzialismo, buonismo e quant'altro. Ma si scrive con la... Che ignorante. Ignaro, ignoro. Come primo approccio, credo di essere riuscito a non dire nulla. Falso e bugiardo! Ultimo baluardo della menzogna! Quanto ho detto, trasmesso, comunicato. Stampa. Corriere. Della menzogna più pura. Mentire fa bene, se mentire fa bene. Aforisma di altissimo livello qualitativo. Non so a che ora terminai di digitare quella splendida opera poetica la quale rileggendo adesso posso ammirare in tutta la sua magnificenza cultural-letteral-lessical-intellettuale, comunque in questo istante sono circa le ore due e cinquantasette e qualche manciata di secondi di martedì mattina dieci settembre duemilaedue. E mi sto accingendo a scrivere per la seconda volta. E tutto ciò non è proprio un buon segno! Chi mi conosce, lo sa. Ah! Rido, sorrido e mi derido. Da me! In ogni caso, in ogni casa c'è chi non sempre può sorridere. Del resto, se ne dicono tante. Ad esempio, negli Stati Uniti d'America è d'obbligo e per giunta con una percentuale prestabilita. Comunque rinnovo il fatto che il fatto che io sia qui a scrivere non è un fatto affatto bello. E il fatto che io sia qui a sottolineare il fatto più e più volte, quasi fosse un misfatto, mi dice tante cose. Cerco il mio anfratto, tutt'a un tratto, c'è stato uno sfratto? Le paure sono tantissime, forse sto avendo paura di aver paura di ritrovarmi in una palude di verdura! Non c'entra molto, ma la rima calza. Faccio un breve riassunto? No, non è da me. Devo essere riassunto, va bene. Ma ho due domande: sono stato forse prolisso o qualcuno mi ha licenziato, oltretutto a mia insaputa? Mi piace notarmi così assolutamente diverso a distanza di trentasei ore. Il cambiamento, di qualsiasi tipo esso sia, può aver luogo anche in mezz'ora? Si, è proprio una domanda. Rispondimi sei hai coraggio. Credo che il pavido Pascal abbia aperto una nuova porta nei miei pensieri: il ritrovarmi a leggere di me. In realtà, senza nulla togliere al buon Blaise, l'avevo già pensato, ma a lui va il merito di esser giunto nel momento giusto. Come il buon Socrate ci insegna, c'erano le doglie. Forse anche alcune foglie, ma quelle chi le coglie? Sua moglie, non può sta pensando al suo lavoro quadrato, soffocato e maleodorante. Non c'è una metrica specifica, acustica e melodica è solo la musica del mio cuore che ora sta piangendo un po'. Essere soli non è un problema, ma accorgersene sì. Devo dire che mi compiaccio di questa saggia perla da pirla: è bella. A tal proposito, vorrei parlare della modestia. Ci può interessare, credo proprio di sì. Moderato, temperato dal punto di partenza latino dell'antica urbe romana nella misura e nel modo. Moderiamoci, ordunque e perdincibacco, cercando di non ostentare le nostre qualità ed i nostri pregi, con la nobile quanto rara finalità di non sminuire, tediare od infastidire il nostro interlocutore. Ma se nemmeno ci degna d'ascolto! Non ha tempo nemmeno per "se stresso", vuoi che ne abbia per giudicarci arroganti e presuntuosi? Ebbene, sì! Ah, ironie della sorte, fantasie un po' contorte come ciliegine sulle torte dalla vita in toto assorte e condannate in vivo a morte, spalancate bene le porte del vostro cuore ed iniziate a sorridere. Perché no? Tendi la mano e sorridi anche a chi non sa perché lo stai facendo. La grammatica della pragmatica è molto poco dinamica. Sterzo il volante, di colui che vola. Ho finito. Sono le tre e trentotto e qualche secondo e mi sono svuotato abbastanza bene. Forse mi sono riempito di emozioni, sicuramente anzi. Sorrido.

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